Fiori recisi nei primi d’aprile
Cacofonie musicali in lento dissolvere
Sorrisi disperati, risate chimiche
Corpi frustati,
lamette sporche
Tagli e lividi
profondi,
intimi.
Ferite etiliche
di rosa perenne
Baciare il fango
Nuotarci dentro
Orgasmo piatto
Temere l’acqua
Mentre si brucia.
Un mozzicone si
spegne
gettato nel fiume
rapido
s’allontana e disperde.
Una voce squillante,
Un rimbrotto da madre
ad un figlio mai avuto
due vecchi bambini
perduti e confusi
entrambi aggrappati
all’umano bisogno
di restare vivi
in un cieco presente.
.
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