martedì 25 aprile 2017

Liberazione



Il 25 aprile è l’unica festa che sento importante festeggiare.

E’ la festa degli ideali e del sacrificio per perseguirli.

E’ la festa contro le ingiustizie, contro i soprusi.

E’ la festa della liberazione dalla paura.

E’ la festa dove un racconto mi muove una lacrima, perché è festa dell’uomo e non di un dio.

E’ festa di sentimenti, e di messa in discussione.
La festa della Liberazione divide, partigiani e fascisti. Retaggio dei tempi da divise.
I partigiani hanno lottato per la liberta, alcuni semplicemente per salvarsi la pelle.
I fascisti hanno lottato, alcuni per condiscendenza, altri per patriottismo, altri per salvarsi la pelle.

La Liberazione  ci ha liberati da dittatori terrificanti, ma non ci ha liberati dall’odio e dalle paure reciproche.
Diverso non può essere dopo una guerra civile che ha lacerato il cuore del’Italia.

Oggi non abbiamo un nemico visibile che ci opprime, non un esercito, non una divisa.
Oggi i nostri nemici sono grandi del mondo che muovono marionette a cui vorremo sparare.
Falsi obiettivi.
I nemici sono  il sistema finanziario, le multinazionali di ogni tipo, che creano divisioni per riscontri economici. Controllano le informazioni, traffici, guerre, idee, creando caos, controllandone i profitti.
Oggi la liberazione deve essere dai preconcetti, dall’ignoranza, dai farsi bersagli, dall’inedia.
Servono nuovi partigiani, senza divise e cartelli, ma che imbraccino nuove armi, per individuare i veri nemici  e mobilitarsi al di la del buonismo, delle paure e delle divisioni con cui ci hanno addomesticati.
Liberiamoci! Per onorare tutte le vite perse in nome di un ideale.

domenica 9 aprile 2017

Domenica delle Palme





Fiori recisi nei primi d’aprile
Cacofonie musicali in lento dissolvere
Sorrisi disperati, risate chimiche
Corpi frustati, lamette sporche

Tagli e lividi
profondi,
intimi.
Ferite etiliche
di rosa perenne


Baciare il fango
Nuotarci  dentro
Orgasmo piatto
Temere l’acqua
Mentre si brucia.


Un mozzicone  si spegne
gettato nel fiume
rapido
s’allontana e disperde.


Una voce squillante,
Un rimbrotto da madre
ad un figlio mai avuto
due vecchi bambini
perduti e confusi
entrambi aggrappati
all’umano bisogno
di restare vivi
in un cieco presente.


.