giovedì 13 dicembre 2018

Santa Lucia



Cinque lustri
di ricordo e solitudine.
Della fiamma esplosa in gioia
al freddo del vuoto lasciato.
Arido di lacrime
colmo di sorrisi spezzati.

Il respiro è pesante
non è più lo stesso.
Il frutto dolce
il frutto di festa
ha il sapore amaro
d'un vecchio veleno.

Il primo bacio
promessa di un solo amore
sgretolato nel silenzio.

Santa Lucia è un sogno tradito.


domenica 11 novembre 2018

Le mura


Ciò che amo di più di Bergamo sono le mura.
Quelle viste dalla pianura, bianche, possenti, che rendono unico la nostra città alta nel mondo. Con le loro porte, ognuna diversa ed a suo modo affascinante.
Ma le mura che amo di più sono quelle su cui cammini, da sopra, dai bastioni, dalla lunga passeggiata che avvolge il centro storico con un possente abbraccio protettivo.
Del resto a Bergamo non c’è il mare, ma pianure e monti su cui i bastioni di Città alta fanno guardia. Amo passeggiare le mura, quelle meridionali, dalla dolce pendenza che danno sulla pianura. Non solo d’estate, sotto il sole che appiattisce la città rendendola irreale, oppure nelle sere convulse di gente, ma ancor meglio d’autunno o in primavera, quando le mura si spogliano di rumori e genti, le luci e le ombre si stagliano con più profondità, o con le rade nebbie che assopiscono i sensi, lasciando intravedere sopra le pianure una parvenza di mare.

Nelle notti invernali le mura sono per i solitari, che come guardie di ronda sorvegliano casermoni bui, o il mare di luci a tratti ordinate, a tratti indisciplinate e vivaci.
Gli aerei rompono la monotonia dell’orizzonte, con comete che atterrano e lievi luci rosse che s’alzano e scompaiono a sud.

Ho sempre immaginato che le mura avessero un qualcosa di magico. Qualcosa di straordinario che prima o poi avrei visto accadere. Ne sono testimoni i personaggi più vari e straordinari che le popolano e le percorrono, notte e giorno. Ne sono testimoni i milioni di baci dati sulle sue panchine, o sui muretti, le foto gli sguardi persi a scrutare l’orizzonte alla ricerca di qualcosa su cui posarsi.

Ho sempre sognato che sulle mura avrei riconosciuto l’amore della mia vita, incrociandolo a passeggiare solitario come il sottoscritto. Un passo in salita, l’altro in discesa, persi a scrutare in quell’orizzonte, cercando qualcosa d’indistinto ed essenziale ed incontrarlo nei reciproci sguardi. Passi che si fermano per un istante. Il tempo di un respiro. Il tempo di un sorriso. Il tempo di riconoscersi. Due passi che riprendono lenti e vicini la stessa direzione, in un lento sincronizzarsi, sino al divenire unisoni.

Oramai il tempo mi ha insegnato che non v’è magia nell’amore ma solo chimica e calcolo.
Tuttavia, il mio cuore bambino mi spinge ancora, con forza, a percorrere le mura in una fredda, ventosa, notte di novembre.

venerdì 26 ottobre 2018

Vite alla deriva


Vite alla deriva
troppo insicure
incapaci e timorose di prendere decisioni
a volte rischiare
o mettersi in gioco
su un terreno che non sia
quello di casa o abitudine.

E alla fine è un far nulla
per il troppo far tardi
in attesa d'un evento
che mai avviene.

Un deserto letterario
per paura di ferirsi o fallire
sinonimi frequenti
spesso sepolti.

Allora una lieve stanchezza
è mare insuperabile
nel salpare verso isole di conforto.
Il dubbio ci arresta
nel dire parole rivelatrici.
Un film digestivo censura
il film della nostra vita.

Poi..
         Poi...

               …..Poi le parole finiscono

giacché son discorsi son da farsi
nella penombra
di ore più tarde,
oltre il terzo bicchiere.

6 ottobre 2018 (Ore 22 da sobrio)

martedì 16 ottobre 2018

Impennata




Impenno contro il sole
in cerca di parole
non provo dolore
per un altro giorno che muore.

Fiato sospeso
ai confini di una pianura densa
mi sorprende
un abbozzo di gioia
mentre mi scordo
di fare la spesa.

Anime nuove in vecchi rifugi
il tempo scolpito
scandito
in pertugi
d'occhi condotti
e spalle ricurve.

Ma un passo in là
colombe poggiate
sul balcone del mondo
spezzano il grigio
seminano aria
il colle alle spalle
la città sullo sfondo.

16-10-2018

venerdì 12 ottobre 2018

Vento d'autunno


Odori delicati d’autunno
riverberano echi
sbocciati nella pianura
ove placide nebbie pascolano.

Vecchi spettri mi chiamano,
fuggirli dovrei
ma il mio cuore li cerca.

Dolce è il sapore
di attimi unici
quando un cielo stellato
canta il suo silenzio.

Repentina appari
e caldo vento
m’inonda
di sorpresa e sgomento.

Nel buio
ardono timori e colpe.
All’alba
sei pane fresco
ch’io addento con gioia.

7 ottobre 2018

mercoledì 24 gennaio 2018

Teca



La tua fragilità
è la mia forza

Io son solo cristallo

Anonima teca
splende solo
se tu sei
nel centro

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