giovedì 24 luglio 2014

Epoche



Oggi in biblioteca è entrato un anziano, piegato su di un bastone.
La voce dolce ma stentata come le sue mosse.
Umile e dignitoso.
Antico e delicato.
Andava cercando per librerie e biblioteche un libro di testo per suo nipote sedicenne.
Tra le sue parole spizzicate mi confida che sua figlia, la madre del nipote, è morta pochi anni fa poco più che quarantenne; che il padre è invece sordomuto e lui non può certo esimersi dall’aiutare il nipote.
Avrei voluto essergli di aiuto ma la mia ricerca del libro è stata vana: i libri di testo le biblioteche non li tengono.
Nonostante l’insuccesso nel salutarmi il signore mi ha ringraziato con serenità, ed ha addirittura voluto stringermi la mano e dicendomi che ho “un cuore d’oro”, solo per aver dedicato alla sua causa cinque futili minuti ed avergli mostrato un sorriso sincero ed un attimo di ascolto.
Avrei voluto far di più per una così nobile e gentile anima: accompagnarlo alla porta, al cancello, ascoltarlo parlare ancora un paio di minuti, ma con garbata e lenta sicurezza in un attimo era già oltre la porta pensando al suo nipote.

Dopo sono passati tre ragazzi che conosco da tempo, più o meno dell’età del nipote di quel signore.
Nulla han da fare nei pomeriggi estivi se non venire a ribaltare e imbrattare la biblioteca, a sfottermi, incuranti delle regole civili, dei miei sforzi d’intavolare un dialogo, della mia e della loro dignità.
Magari hanno anche loro un nonno simile.

Qual  pena per loro e ancor più per chi a loro vuol bene.

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