Oggi in biblioteca è entrato un anziano, piegato su di un
bastone.
La voce dolce ma stentata come le sue mosse.
Umile e dignitoso.
Antico e delicato.
Andava cercando per librerie e biblioteche un libro di testo
per suo nipote sedicenne.
Tra le sue parole spizzicate mi confida che sua figlia, la
madre del nipote, è morta pochi anni fa poco più che quarantenne; che il padre
è invece sordomuto e lui non può certo esimersi dall’aiutare il nipote.
Avrei voluto essergli di aiuto ma la mia ricerca del libro è
stata vana: i libri di testo le biblioteche non li tengono.
Nonostante l’insuccesso nel salutarmi il signore mi ha
ringraziato con serenità, ed ha addirittura voluto stringermi la mano e
dicendomi che ho “un cuore d’oro”, solo per aver dedicato alla sua causa cinque
futili minuti ed avergli mostrato un sorriso sincero ed un attimo di ascolto.
Avrei voluto far di più per una così nobile e gentile anima:
accompagnarlo alla porta, al cancello, ascoltarlo parlare ancora un paio di
minuti, ma con garbata e lenta sicurezza in un attimo era già oltre la porta
pensando al suo nipote.
Dopo sono passati tre ragazzi che conosco da tempo, più o
meno dell’età del nipote di quel signore.
Nulla han da fare nei pomeriggi estivi se non venire a
ribaltare e imbrattare la biblioteca, a sfottermi, incuranti delle regole
civili, dei miei sforzi d’intavolare un dialogo, della mia e della loro
dignità.
Magari hanno anche loro un nonno simile.
Qual pena per loro e ancor
più per chi a loro vuol bene.