Certo che poi ti abitui
Ti guardi poco allo specchio ma sai che sei tu
Coi tuoi abiti sbiaditi, sempre un po’ più sgualciti
Che ti dici domani devo darmi una riassettata
Comprarmi una maglietta nuova
Starei bene con una
camicia elegante.
Ma hai sempre tante cose per la testa
La camicia resta sempre quella a quadri
E il domani diventa la prossima settimana
il prossimo mese
il prossimo anno
la prossima vita
E ti abitui ai tuoi tempi
Ai tuoi spazi
Alle tue debolezze
Le tue solitudini
Le solitudini….
certo ti manca qualcosa, qualcuno
ti è sempre mancato.
lo riscopri con stupore nel rileggere i testi che hai scritto
per quasi trent’anni.
Forse l’hai sempre saputo.
Ti è sempre mancato un amico che non ti facesse sentire un
animale raro.
Ma soprattutto ti è sempre mancata lei.
Lei capace di farti sentire speciale
Capace di farti
sentire importante
farti sentire che sei come gli altri
Capace di amare e condividere i tuoi sogni con qualcuno.
Lei che desideri come non mai
Lei che diventa un ideale
Una musa che trovi in mille sguardi
In ogni sorriso
Lei irraggiungibile.
Però ti ci abitui
E costruisci un castello di sogni, convinzioni e incertezze confezionate
Dalle solide fondamenta intrecciate con alibi e scuse.
Un castello che dici di non amare
Ma in cui stai a tuo agio.
Poi ti trovi davanti ad una donna
Vera
Al suo sguardo lucente
Al suo sorriso ampio e un poco malinconico
Alla sua energia magnetica
Che travolge le tue difese.
E allora ti accorgi che il tuo castello
Serve a proteggere le
tue debolezze.
Contenere le tue paure
E provi panico al pensar di
Adeguarti ad un gioco nuovo
Proprio tu che hai organizzato ogni tua difesa
Tornare ad esser preso per mano e giocare in campo aperto
Il timore di non essere all’altezza
Il timore di dover cambiare
Rinunciare a quelle insignificanti cose irrinunciabili
chiamate abitudini.
E sei straziato
nel trovati il sogno davanti
E temerne il suo calore.
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