Questa mia gola in fiamme, per non poterti dire t’amo
Un grido o un sussurro, alle tue orecchie sorde
Alle tue spalle
Le mie paure
Onde del mare tuonano, e scrosciano su scogli deserti
Magnifici e soli, in selvaggia desolazione.
Amici, uscite sul terrazzo,
respirate con me il dono del temporale
che tutto chiarifica in un crepuscolo terso d’occidente.
Mi pulisco le lenti per affondare nel richiamo celeste ed
indaco
Mentre una stella sfugge all’ultima carezza di una nube intempestiva
L’erba e il grano bagnato si chinano stanchi alla notte.
Profuma di buono la terra e il campo,
profumano di verde
ove trovo il mio nido,
il mio riparo.
Il cielo promette lame di sole domani:
l’estate precoce d’un inverno non sbocciato
Mentre ora torno a scrivere parole
che non giungeranno dove vorrei.

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